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    Arte curatoriale - Esperienze immersive - Vivere l'arte

Togliersi le Maschere

Mostra d’arte collettiva 

Ogni poetica è la riflessione percettiva di una voce intima convertita in corporeità artistica che tinteggia il proprio vissuto di autoconsapevolezza intellettiva ed emozionale. Una scenografia che attraversa e sperimenta tecniche e ideali divergenti porta alla luce nuovi modi appariscenti o fittizi che avvolgono lo sguardo partecipe non-partecipe di un io ripetutamente illuso. La metamorfosi da un essere passivo e privo di autodeterminazione al raggiungimento di autoconsapevolezza emozionale ed etica che sprigiona l’essere da un inutile e ambiguo camuffamento per riconquistare l’umanità persa. Nell’era dell’apparenzialismo ideale, l’essere umano incontra il non essere di un essere dimenticato imprigionato dalla superficialità abitudinale che maschera l’emozione esperienziale. Essere nell’epoca del non essere, vivere un tempo vivente e sognare l’immaginario autentico per immergersi nella composizione di un vissuto curioso e partecipe nel creare il “mio io” nel mondo e con il mondo, di un se stesso compiuto. Un’opposizione all’omologazione e all’uniformità a sostegno di sinergie magiche che costellano le relazioni umane autentiche. L’arte come transdisciplinarietà responsabile che accoglie il dialogo corporeo di un corpo incarnato che attiva i rapporti sensoriali rigenerando un vissuto effettivo contro inesauribili stereotipi. Si mette in atto l’emotività riflessiva che rende completa la personalità di un “fiorire dell’umano” mediante la costruzione di relazioni inserite nel mondo concreto. La maschera, come simbolo di comunicazione tra un mondo divino e quello terreno, come un atto di trasformazione identitaria oppure come rituale guerriero o funerario, come uso teatrale e carnevalesco, richiama l’essenza di un’interpretazione plurale di ruoli goliardici e festosi quotidiani. Artisti impegnati nella scoperta-rispolverata di terze visioni di un “mio io” attivo nella costruzione di un pensiero corrente che getta via l’anonimo estraneo a favore di un’unione vigorosa fra corporeità ed emotività autentica. Lo spazio-tempo si trasforma in un’armonia labirintica in situ tra opera ambientale e sensibilità artistica.                                     

“La parola è corpo e il corpo è parola” Erbetta

Claudia Ivan 

Direttrice, curatrice e critica d’arte, amministratrice del sito

Il mio terzo io

Mostra d’arte contemporanea 

Tra un’ipotesi mentale e una realtà materiale, si crea il proprio reale. Si pensa all’arte come visione allargata, dove il punto di partenza é la nascita di un’esperienza autentica, senza alcuna traccia di imitazione. Essere nel luogo e non semplicemente apparire, in quanto l’adesso è qui e l’origine è adesso. Il tentativo è di creare un’elica binaria tra il già-stato ed il presente all’interno di un vortice oltre il tempo e lo spazio isolato. Tale ottica porta all’apertura di una storia caratterizzata dalla mutazione epistemologica e non più sotto aspetto omogeneo e fisso. Il solo senso delle immagini è l’energia che esse contengono e che chiaramente trasmettono. La trasmissione di una visione puramente vitale di un io in terza persona è la caratteristica di un messaggio del nel vortice caotico del noi. Due artisti come forza vivente di una realtà dinamica, pronta ad aprirsi all’estensione di un campo ottico che trasforma la visione in conoscenza riflessiva. La personificazione supera l’autonomia irrisolta, per una reinterpretazione dell’arte tramite il proprio creato, senza alcuna certezza di un’eternità passata. In tale contesto gli artisti esplorano il proprio sè, il quale passa all’espansione di un io riavverso, che non cessa mai di ispirare. L’occidente incontra l’oriente mediante due artisti visionari, che guardano con gli occhi della mente per mediare un miscuglio di pensieri e di esperienze culturalmente differenti in un unicum armonioso del fare artistico. I due protagonisti sperimentali abbracciano la stessa intimità comunicativa con un intento ben preciso: lasciare un’impronta informe di forme in un continuo divenire.

Da un lato, il processo di scomposizione e ricomposizione con Paolo Manfredi diventa un autoritratto come procedura di interpretazione e rappresentazione delle sue impronte, di un corpo dinamicamente completo dell’essere psicofisico, nella memoria simbolica che lo rappresenta. Tra un’impronta spontanea e un’impronta casuale nasce l’esperienza immediata del contatto e la sua persistenza nel tempo. La ricerca di Paolo si avvale di un connubio in divenire nel tempo e nello spazio, tra il reale e la sua rappresentazione. Ogni smontaggio unico corporeo è separato dal suo nucleo di appartenenza e vive in uno stato di trasformazione costante, un meccanismo che si inverte quando tutte le parti smontate vengono riunite armoniosamente. È l’insieme del suo io in un momento successivo, con l’utilizzo di vari materiali, sia nobili, per via di levare, sia poveri, per via di porre. La destrutturazione apparente salda la curiosità, per uno sguardo intenzionale del nostro apparato corporeo in una vitale ristrutturazione di un io vivamente reinventato. Attraverso questo gioco, tra desiderio di conoscenza e desiderio di frammentazione, ci avviciniamo all’unità di una realtà invisibile che diventa un visibile poetico. L’essenza realistica, come metafora scultorea sottoforma di principio basilare, favorisce la nostra più profonda riflessione per comprendere la trasformazione del nostro io mediante uno sguardo meticoloso.

Dall’altro lato, un’arte del fare tra disegno e grafica di Haidong Bai, che costruisce un io in terza persona come animale primitivo, inferiore e persino crudele. Il terzo suo tra memoria e presente di un’infanzia che continua interiormente attraverso l’espansione di un bimbo sempre in fieri. Una figura primordiale del proprio essere, come simbolo che diventa un’icona tra essere e non essere all’interno di piccoli spazi scintillanti. L’essenza capricciosa di un io a volte visto al microscopio come bimbo rappresentato in diverse situazioni riflessive. Haidong rovescia l’ideologia iconica della rappresentazione simbolica della misteriosa Ultima cena leonardesca con un nuovo liberatorio concetto di una cena contemporanea tra fantasia e realtà. Tale riflessione artistica è composta da una rappresentazione di animali domestici ed esotici, tutti presenti allo stesso tavolo accanto al bimbo filosofo e ad un essere metà uomo e metà macchina. Tre mondi contraddittori all’interno di un ambiente completamente vuoto, luminoso e silenzioso. Tra sguardi curiosi e misteriosi, attenti e filosofici, il contrasto del bianco estremo con il nero profondo è come un lampo interiore che accende il vedere esteriore. Anche in questo caso il vedere è in continuo dialogo con l’ambiente e soprattutto con se stessi.

La traccia, simbolo dell’impronta di qualsiasi essere sin dal principio originario, prosegue verso l’evoluzione. Tale approccio contemporaneo-primitivo conduce il fruitore verso la riflessione sulla propria identità. Chiunque può acquisire la capacità di dialogare con tutto ciò che lo circonda per strutturare un pensiero metaforico. Ciò è possibile attraverso il rovesciamento prospettico: da un punto fisso si passa al concetto mutevole. Si vuole conquistare la libertà espressiva, senza regole di gioco, in relazione alla costruzione continua di un pensiero divergente, sensibile e psicologico. L’insieme è una forza dialettica, un’immagine aperta che è pronta ad accogliere il sintomo di ogni vibrazione temporale resa un momento unico. Si cerca di andare oltre il limite, coinvolgendo un’emancipazione coerente ed autonoma. Si parla di una dialettica interiore e di una chiara costruzione a molteplici pianipsichici, un rovesciamento dei valori estetici convenzionali.

L’arte permette al mondo interno di vivere immaginando la realtà in divenire.

Claudia Ivan 

Essere nella mente del corpo

Mostra d’arte collettiva 

 

ESSERE

«L’Esserci deve, nel suo stesso essere, divenire, cioè essere ciò che non è ancora».                             

Martin Heidegger

L’insieme percepito e sviluppato oggigiorno si appoggia sulla sensibilità del senso di Essere nella mente del corpo tramite le più svariate tecniche artistiche e modi di pensare che spazia tra un’energia primordiale e un’essenza orientale, un Eroego e la liberazione delle lettere in un unicum estetico e riflessivo. 

«Tutto passa, ma tutto rimane. Questa è la mia sensazione più profonda: che niente si perde completamente, niente svanisce, ma si conserva in qualche modo e da qualche parte. Ciò che ha valore rimane, anche se noi cessiamo di percepirlo.»

Pavel Aleksandrovič Florenskij, Non dimenticatemi

Avvolti all’interno di uno spazio sospetto di una sicurezza annullata, la dimensione interrogata dall’umano colpisce e realizza catastrofiche crepe lontane dal domandarsi sui principi di un senso della vita nella sua esistenza di essere con il mondo e per il mondo. Nella nostra esistenza la comprensione dell’essere è la comprensione di se stessi in quanto Esserci, e in quanto specie privilegiata capace di interrogarsi sull’essere in base alla sua esistenza di essere o non essere se stesso. L’essenza della nostra esistenza è una conquista oppure una perdita del nostro unico modo di essere non come semplice presenza, ma Essere in maniera autentica, quindi, come modo di essere reali. La struttura di un esistenzialità scelta tra indifferenziazione o differenziazione di un aspetto inautentico oppure autentico nella quotidianità di un essere che si manifesta a priori di un essere particolare. Affrontare, domandare e curare l’essere in relazione con il mondo e con se stesso come caratteristica di una propria esistenza in-essere. Sorprendere e scoprire l’inutilizzabile come un utilizzabile all’interno di una semplice presenza che fa diventare l’inutile uno strumento pieno di senso utile. Cosi, nell’ambiente naturale e abituale iniziamo a prendere coscienza e chiarezza di quanto sia utile ciò che sempre abbiamo visto, ma senza vedere con occhi diversi e illuminati. Il prendersi cura è anche un concetto di condivisione con il mondo senza distinzioni e di un incontro con gli altri partendo da noi, quindi dal mondo in cui ci troviamo ad esistere nella sua intimità e in ciò che facciamo ed essere nel mondo. Si aggiunge a questa determinazione dell’Esserci l’esistenzialità del con-esserci sia nella pura solitudine che nella presenza, con gli altri come una presenza complessa priva di indifferenza quando si riesce a colmare la propria solitudine. Si aprono le porte ad una riflessione collaborativa e costruttiva, laddove l’Esserci determinato, autentico e soggettivo tende a dissolversi nel modo di essere degli altri, perdendo la sua identità, ora nascosta dietro ad un essere non sé ma solo stesso. La privazione di un’interpretazione compie la sua libertà di essere consapevole di una realtà non vista come tendenza, ma come arte di Esserci per comprendere la vera natura dell’esistenza.

   

CORPO E MENTE

L’uomo è la misura di tutte le cose”

Protagora

Tutto ciò che l’essere umano compone diventa un’estensione della propria mente, corpo, anima e organi. Il prolungamento di sé stessi forse diventa la ragione su cui si possono gettare le basi di un presunto essere sicuro di fronte ad un’esistenza reale e materica e non solo come energia essenziale e vitale. Probabilmente l’umano ha bisogno di certezze materiali che riescono a confermare la sua quotidianità priva di Esserci in essenza e non solo come presenza. Il processo creativo della tecnologia come risultato di un’intenzionalità tecnica è lo strumento principe dell’inconscio che può dar nascita persino ad una coscienza illusoria piena di immaginari impostati privi di scelta e libero sentire. Nella contemporaneità, molte immagini assumono sempre di più una forma ironica, legata alla produzione, alla materia, alla partecipazione e soprattutto all’urlo frenetico di voler creare una credenza visiva, composta da un reale senso sensibile, che opera sotto un aspetto unico e stimolante nel riflesso dell’essenza di un Esserci nel mondo. L’odierna società dell’immediatezza epidermica crea un esercito di cervelli privati della loro libera volontà di essere e scegliere un processo immaginario naturale che si rende nel tempo e nello spazio una capacità spirituale di saper coltivare l’essenza dell’essere corpo e mente come autenticità soggettiva nella sua massima libertà sacrale. Ormai, il fuoco primordiale del coraggio e della conoscenza si trasforma in un mare di impulsi deformati e contrastanti che riescono a soddisfare una superficiale fame che assomiglia alla somiglianza della non identità. Tramite ut corpus et mente si percepisce un’esperienza spirituale e culturale di un oggi avvolto da un sapore antico, di una prima interpretazione come “il corpo è il segno dell’anima” legata persino a un pensiero come convinzione di un’anima prigioniera del corpo. Ai tempi di Omero il corpo era parte del chosmo, cioè, era parte della sinfonia di tutto, creato dagli dei e non posto al centro dell’universo. Il dualismo di Platone che racconta come il corpo non è più uno strumento di comunione col creato, ma soltanto un impedimento alla conoscenza, si accentua più tardi con Agostino di Ippona. Durante il medioevo il corpo diventa un oggetto essenziale dei processi storici di civilizzazione, quindi un emblema delle tipologie umane ideali laddove, i modi, le regole e i codici sociali del Galateo per esempio diventano parte della società con una certa ambiguità tra disprezzo ed esaltazione. Il Rinascimento segna un atteggiamento inverso che abbraccia non più un’idea di un corpo che si può esibire, ma collegato al lato della vergogna e del privato. Anche il XX secolo è connesso ad un’inversione, ma questa volta connesso ai cambiamenti introdotti dal Cristianesimo con la soppressione della vita culturale e degli spazi di socializzazione per una salvezza del corpo e dell’anima insieme. Invece, per gli ebrei e per i cristiani non esiste corpo senza anima, quindi è un approccio che abbraccia l’unione. Il tempo e il progresso della scienza hanno segnato una comprensione maggiore di fronte alla religione e alla filosofia introducendo una convinzione in cui noi siamo fatti degli stessi atomi di cui ogni realtà esistente è composta. Durante gli anni Sessanta il corpo si trasforma in una roccaforte di libertà e mezzo di espressione creativa. È il periodo in cui si scolpiscono le basi per il concetto di “Essere corpo” rispetto alla convinzione del passato di “possedere il corpo”. Dalla body art di alcune tribù anche odierne e molte del passato l’ora e il qui dove il corpo diventa una sensibilità profonda che coinvolge l’auto-analisi, la ricerca del sé, l’ironia, la critica e la conoscenza e si trasforma in un medium sociale, politico, sociologico, personale e di un’intima testimonianza. La cornice strutturale e il contenuto artistico del ut corpus et mente estende la propria riflessione verso un approccio simbolico di un’interazione della forma percepita di ciascun essere umano coinvolto con il suo modo di esprimersi all’interno della società odierna. Si dischiude un cammino che porta verso una luce costruttiva, consapevole, impegnata e cooperativa, mettendo cosi in risalto il fondamento di una voluta e sana unione tra il sé e il mondo esterno, tra il luogo di esplorazione e l’analisi dell’Io e tra l’auto-motivazione e la riflessione sentita sulla folla. Il corpo unito alla mente come medium liberatorio di un’artisticità dall’essenza autentica di una voce che si mescola alla spontaneità di un gesto unico e critico nel tempo e nello spazio di un contesto ancora da capire. L’evoluzione della diversificazione compie il suo mutamento dal diviso alla totalità di un’unità composta da quattro artisti visionari connessi all’essenza della sensibilità della mente e del corpo. Il primo pilastro dell’osservazione si può innalzare partendo dall’auto-sensibilità e l’auto-critica sull’essere se stessi per essere in grado di costruire dei lunghi e durevoli portici. I passi di un tenero bambino, i riflessi del sole al mattino, la neve che scende, i rumori della natura e la saggezza degli alberi sono soltanto alcuni modi di sentire che possono diventare riflessioni per saper vedere le meraviglie del mondo privo di abiti. L’arte di percepire un sapere sottile di una conoscenza che abita nel principio del creato e che compie l’evoluzione nel cosmo di ogni energia umana. La vitalità dell’essenza è l’assenza di una materia compiuta come presenza priva di spirito. L’artefice stimola il suo genio primordiale per costruire un rapporto costruttivo ed educativo tra il suo interno e il mondo esterno. Un’arte che incarna l’auto-motivazione di un’analisi artistica, sacrale, politica, sensibile e sociale di un albero dai frutti diversi, ma esistenti nell’essenza dello stesso ramo. Si ramifica una cooperazione artistica insieme a tutte le sue sfaccettature tecniche, mescolate all’interno dello stesso sguardo curioso. L’arma del dolore diventa il pennello del pittore, il Grande Fratello virtuale ora è lo sguardo di una lente visionaria, la saggezza di un ceppo si trasforma in sacralità di un gesto consapevole e l’intimità di ogni lettera in parola corporea. 

Emerge dalla profondità del discorso filosofico-riflessivo e dall’inconscio espositivo la necessità di un connubio psicofisico-relazionale tra le arti visive e lo stile di vita ayurvedico mediante l’associazione metafisica e tattile di alcune frasi che si incarnano con la  memoria di ciascun partecipante.

 

ARTISTI

 

Haidong Bai

«Principio degli esseri è l’infinito … da dove infatti gli esseri hanno origine, ivi hanno anche la distruzione secondo necessità: poiché essi pagano l’uno all’altro la pena e l’espiazione dell’ingiustizia secondo l’ordine del tempo» 

Anassimandro, in Simplicio

Ogni divenire è un’emancipazione dall’eterno essere che scorre nella molteplicità delle cose fin dalla nascita e sussiste in maniera incessante attraverso l’unità dei contrari. Dentro questa forza contrastante sta il movimento delle cose e il loro eterno divenire. Essere con il tempo ed Esserci in-essere tempo mediante lo stupore di una visione consapevole di fronte ad un tempo visto come giudice universale. La manifestazione di un soffio vitale dello spirito umano e artistico di Haidong Bai compie un ulteriore passaggio dal principio materico di vita compreso come forma che vitalizza il corpo e l’anima voluta. Lo spiritus corporeus dell’artista è un’essenza vitale che pervade il suo insieme intellettuale, sensibile, istintuale, riflessivo ed enigmatico come esistenza impegnata, responsabile e consapevole. Si percepisce una sorta di trascendenza che caratterizza il lato espressivo di una condizione della realtà che va al di là dell’esperienza fisica e mentale. Nel corso di un momento transitorio la consistenza materica dello spirito evolve dall’origine della sua essenza in un’esistenza incarnata e sentita. Lo spirito artistico domina la materia nella sua totalità, guidando l’essere verso un movimento curioso e interpretativo del fuoco ontologico che pervade sin dalle origini la mente e il corpo umano nei suoi più molteplici aspetti.La realtà di un’arte come spirito che si determina in maniera continua, producendo una verità dinamica che stimola la libertà dell’essere a diventare una forza meditativa nella dialettica sul senso della vera essenza. L’universo del corpo visivo di un’arte enigmatica coinvolge il concetto di una libido come forza vitale psicofisica composta da impulsi psicologici, ambientali e intellettuali all’interno di un cammino artistico dominato da un’energia riflessiva e coinvolgente. L’energia di ciascun essere vivente definisce la sua personalità che viene composta tramite un insieme di parti relazionali, tutti soggetti a variazioni dinamiche ed evolutive nel tempo e nello spazio immaginario e strutturale. Un’arte codex come testimonianza di uno stato mentale e corporeo che attraversa un ulteriore tappa all’interno della vita per poter completare un’essenza ancora da scolpire e modellare. La marcia audace conduce verso saggi pensieri dipinti di un rubens ardente nel cuore di un osservatore che porta lo sguardo verso un’acuta visione incisa nel cielo come Borgogna Èspero. Il corpo femminile nelle sue più svariate rappresentazioni e standard di bellezza è da sempre la sorgente della vita. Fin dalle origini, l’orologio del tempo sviluppa in un determinato contesto storico, una percezione ideale e preferita sulla forma del corpo femminile. Durante l’atto creativo il sentire dell’artista diventa una condizione cognitivo-affettiva che galleggia tra interiorità soggettiva e il mondo esterno. Il senso del sentimento esprime la coscienza della propria esistenza sotto un aspetto di moti spirituali e corporei all’interno di un processo artistico guidato da questo sentimento che sussurra all’orecchio dell’artista ciò che si deve togliere e ciò che si deve aggiungere. Si mette in scena un meccanismo linguistico di un’arte che prende forma e si evolve da un sentimento individuale tra aggiungere e togliere che vive all’interno di una sensibilità gestuale tra un gusto surreale, espressionista e di un realismo magico intuitivo nel suo reale. Il filosofo-artefice di questo periodo ad olio, gioca tra gesti delicati, sfumati e movimentati e contorni ben definiti, riuscendo a designare anche l’importanza del cambiamento atmosferico come metafora di un’instabilità quotidiana e contemporanea. La gestualità delle pennellate tra segni definiti e indefiniti che convivono nello stesso, cosiddetto, “fermo immagine” come forma di un’attesa sospesa nel tempo e nello spazio. Un’arte tra passato e presente, tra immagine classica e cultura orientale come icona linguistica di un nuovo mondo reale e virtuale alquanto in divenire.Tutto ciò è l’estensione di un sottile sentire della propria mente e il corpo, avvolte da visioni misteriose, visionarie ed eclettiche nel corso della sua espressione artistica, che riesce a farci viaggiare all’interno del suo immaginario di un’unione contraddittoria, tra un cromatismo vivace e colori cupi e talvolta spenti, tra un’identità e una non identità coinvolgente e tra sguardi persi e provocatori. 

 

Federico Froldi & Ruben Cortelletti 

«Oltre agli obblighi cui siamo preparati, concernenti la restrizione pulsionale, ci sovrasta il pericolo di una condizione che potremmo definire “la miseria psicologica della massa”. Questo pericolo incombe maggiormente dove il legame sociale è stabilito soprattutto attraverso l’identificazione reciproca dei vari membri. […] “

Sigmund Freud, Il disagio della civiltà

Nel mezzo di un tempo evolutivo, la profondità di un iudicium si compone attraverso idee prive di saggezza, riflessioni e argomenti solidi, dando nascita a punti di vista immotivati e sistemi di pensieri affrettati zuppi di preconcetti corrosivi. Il linguaggio di specifici atteggiamenti tra certezze infondate e tendenze di un senso comune culturale o ideologico, si basa su una psicologia sociale di un pensiero determinato dalle paure e dalle singole fobie come punto di partenza mentale e comportamentale. La differenza linguistica di ogni cultura dischiude persino un’interpretazione altra di questo fenomeno prematuro, consentendo al preconcetto di essere una valutazione su altri aspetti della personalità dell’essere coinvolto nel dialogo. La filosofia della verità ha bisogno di coltivare l’unica sostanza che diventa un fare e un dialogare consapevole della propria genuinità pronta ad accettare anche la veridicità altrui. L’accomunanza di certe caratteristiche o qualità all’interno di una percezione riflessiva ed educativa ha il potere di ribaltare la semplificazione mentale di una rigida interpretazione difensiva della propria identità, creando cosi, un’apertura mentale e corporea libera dalla superficialità nociva. Un discorso che si permette di abbracciare un principio di agire come libertà sociale attraverso un buon senso morale che ricorre all’uso della ragione naturale di un senso comune che ci fa conoscere l’essenza della realtà esterna priva di polverosi cliché. Il consenso universale del senso condiviso di una verità garantita, a priori dell’analisi di un’esperienza che necessità soltanto una riflessione approfondita priva di condizionamento. Il raggio sottile della vita percorre tutto il nostro essere sotto una luce brillante e illuminante che genera la giusta capacità di giudicare trasformata in un saper essere equilibrati e ragionevoli in ogni momento del nostro esistere. La grandezza di una percezione del fare sensibile e impegnato di un gruppo mentale elaborativo e partecipe nel mondo, coinvolge l’importanza della forza dell’unione di sensazioni sentite e condivise mediante un immaginario visivo ancora in divenire. Il riflesso di un fruttuoso sapere analitico, all’interno di questa società internettiana si è trasformato in un valore potenziale soltanto quando un’opinione diventa un valore che merita di essere tra le più diffuse, quindi riconosciute. Il meccanismo del duo artistico coinvolge l’Io come processo psichico-mentale che avviene dentro se stessi e si trasforma in un istinto immaginario che prende forma mediante un’estetica cruda e provocatoria. La ferita psichica diventa medium comunicativo di un se stesso come un’energia narrativa che sente la profondità del proprio Io trasformato in un espressione visiva e auto-descrivente. Gli artefici costruiscono un insieme espressivo chiamato “Eroego” che si compie gradualmente tramite una serie di analisi tecnico-filosofiche, riuscendo a diventare una vera libertà riflessiva di un mio Io che comprende sia le funzioni psichiche dei desideri e delle paure inconsce, sia di un Sé come psiche totale formato dall’Io, dalla coscienza e dall’inconscio. Essere dentro, ma fuori da una dimensione caratterizzata sempre di più dall’aspetto nocivo dell’egotismo (narcisismo) quotidiano e virtuale, l’arte può giocare un ruolo cruciale nel meccanismo linguistico di un profondo interiore cultuale che talvolta si trova nell’urlo della distorsione oppressiva. L’evoluzione graduale e lunga della specie umana nella contemporaneità ha inserito la tendenza di una credenza che si avvicina al concetto pastrifocale nonostante il meccanismo matrifocale è da sempre il motore del mutamento stesso. Il processo complesso di migliaia di neuroni e dei loro neurotrasmettitori prende vita tramite una variabilità biologica con il suo individuale rilascio di sostanze naturali insieme alla genetica e al mondo sociale, formano ciò ha il potere di coinvolgere una solida spiegazione comportamentale di un individuale modo di essere con e nel mondo. Il senso di un sentirsi più forte mentalmente e fisicamente si compone mediante un Esserci in-essere come un Io fragile e privo di un auto-comunicazione interiore di fronte a come realmente è il proprio Essere. L’energia di una forza coraggiosa e sensibile si trasforma cosi in una feroce prepotenza del Sé sotto il segno di un estensione esteriore da una ferita profonda mai saldata. Guardare dentro se stessi e domandarsi chi siamo e cosa vogliamo realmente potrebbe essere l’inizio di un mondo pieno di armonia interiore ed esteriore. Lo sguardo attento e coinvolto all’Io in rapporto con l’ego e il super-ego da nascita ad un Essere sensibile e amorevole con se e con il mondo e bisognoso di amore, pace e armonia. Il duo artistico di tale gruppo fantasioso, nasce dalla volontà di un gusto sperimentale che fa danzare varie tecniche artistiche attorno ad un tema delicato e coinvolgente, ma allo stesso modo potente e stimolante. Si mettono in esposizione una serie di scatti fotografici pensati e creati come una scenografia cinematografica che riesce a coinvolgere una ferma attesa prima di un’azione dell’ingenuità umana. Si implica la percezione di due poeti di un fare dell’arte una visione ardente che galleggia tra uno scenario interiore ed un paesaggio esterno talvolta sfumato e dolcemente modificato da una contemporaneità deformata. La scelta cromatica tra un color rubens infuocato e uno sfondo chiaroscuro di una sintetica naturalezza, designa il fuoco della vita e della conoscenza all’interno di una riflessione dinanzi alla natura primordiale dell’essere come umano essere.

Lorenzo Marini

La bellezza di un corpo femminile diventa un rituale segnico come rappresentazione artistica che spazia tra cromatismi pittorici, scatti fotografici e sconvolgimenti concettuali. Si mette a nudo la delicatezza di un linguaggio corporeo che si fonde in un gesto tra deciso e spontaneo all’interno di un racconto relazionale. La classicità di una visione Urania del nudo viene capovolta nella profondità contemporanea tramite l’uso di un caldo e un freddo scatto digitale. Il processo tecnico-filosofico prende forma visiva incarnata nell’essenza di ogni singolo carattere all’interno di una mescolanza tra un medium grafico e sensualità liberatoria. La libertà del simbolo segnico compie i suoi passi nella meta concettuale di un pensiero arcaico diventato un’ora quotidiano di un pittogramma letterario come punto di partenza immaginario. Un cammino ermeneutico di uno sguardo avvolto da una sensibilità accurata dinanzi ad una retorica orientale di un’arte gestuale che si compie nello sviluppo del se come attitudine dell’essere. L’assenza di profondità prospettica porta la visione dell’osservatore verso un immaginario coraggioso che mette in relazione la forza dell’unione tra memorie narrative e credenze contraddittorie. I tocchi leggeri e carnali ad ampie macchie irregolari e geometriche diventano cartoline cromatiche in uno spazio architettonico che gioca tra spontaneità e calcolo di un Esserci in essere. Un corpo denudato reinventato tramite uno sguardo attento ai gesti tradizionali in una contemporaneità dell’aggiungere e non di uno spogliarsi dalla fatica degli accessori. Un continuo modo di scavare e portare dall’origine l’ermeneutica di varie tecniche assieme alle loro più svariate trasformazioni avvenute nel tempo e nello spazio necessario.

“È tempo di celebrare la bellezza di ogni singola lettera, di trovare l’architettura degli spazi e di contemplare la geometria dinamica di questi segni quotidiani. É tempo di togliere la funzione intrinseca del type e di spostare l’attenzione nella dimensione estetica. È tempo di rivalutare questi umili compagni di viaggio frammentando il senso della parola e focalizzando l’attenzione sui pieni e i vuoti di queste geometrie spaziali”. Lorenzo Marini

Contemplando le meraviglie della natura insieme ai suoi mutevoli caratteri, l’infinità del cielo con la molteplicità dei suoi riflessi seducenti e la diversità dei corpi partecipi alla metamorfosi della vita, l’essere umano gradualmente si dischiude all’arte della scrittura. Un gesto elegante e riflessivo sul mondo dei segni, desideroso di tramandare un’arte di essere all’interno di uno spazio e tempo ancora da decifrare. Il gusto del fare primitivo si trasforma in lettere libere dalla rigidità strutturale mediante la contemplazione di una gestualità simbolica dell’intimità singolare di ciascun carattere in divenire. Si compie un passaggio trascendentale di un Io nella ricerca di libertà comunicativa al di fuori dagli schemi imprigionati dentro la cornice tradizionale. Si glorifica un’estetica arcaica come soggetto principe dell’invisibile che rende visibile la corporeità divina del segno. Un’arte della libertà delle lettere come conquista di uno spirito sensibile, che si forma e vive nella sua intima spazialità. Un essere corporeo imprigionato dal divenire infinito di una lettera incorniciata dalla ragione di esistere come singolarità riflessiva. Il corpo si sente avvolto e nascosto dalla lettera prescelta, ma allo stesso tempo si concede alla grazia di questo segno, diventando cosi una parte dell’insieme narrativo. Si verifica un’inversione dei ruoli di alcuni modi di fare, passando per via di un gioco di sovrapposizioni tra materico e filosofico, agendo sotto una forza espressiva, dando avvio all’addio di un’arte ormai al culmine del suo divenire stesso. L’essenza del corpo subisce l’impatto, lasciandosi cosi guidare dalla molteplicità del linguaggio articolato che compie la sua scomposizione letteraria. Si avvia un rituale dedicato al potere della lettera unito al movimento corporeo, che nonostante la sua precisa posizione viene comunque oscurato da linee calcolate e talvolta spontanee di colore ardente. La tecnica si trasforma in un fare arte partendo dal proprio sentire come vera identità di un attuare dell’Io invisibile invisibilità esposta. Si mette in scena una sequenza immaginaria che abbraccia periodi, storie, miti e contemporaneità in un unico campo di battaglia: la gnosi espressiva di una sensibilità autentica. Si scava nei recessi della volontà per aggiungere nel grembo della responsabilità visiva un pizzico di verità. Ora si chiede uno svelamento riflessivo di un’arte satura della mimesis di una mimesis Urania, ma aperta al mondo e con il mondo. Lo svelamento del soggetto compie i suoi passi mano a mano al meditare sull’essenza dei sensi di un sentire di qualità e zuppo di auto-motivazione. Un essere empatici come finalità di un senso comune, parte di un processo di riconoscimento del diverso come un’altra verità non più assoluta. La consapevolezza richiama cosi l’indagine estetica, che coinvolgente la nostra attenzione e la porta verso una libertà sul sentire di qualità e sulla soggettività del soggetto nelle sue più svariate differenze. La ricerca analitica inizia dall’origine dei concetti tecnici che si dischiudono all’intreccio tra la ragione e la sensibilità e dal loro capovolgimento concettuale in un’altra realtà. L’evoluzione della libertà continua cosi ad evolversi maggiormente diventando ancora più consapevole di chi si vuole essere e cosa si vuole fare. Un essere ontologico che si libera dai condizionamenti, dando avvio ad un modo di percorrere una ragione che si adatta e che è libera di pensare. Lo sguardo dell’invisibile non si ferma al visibile poiché desidera mettersi a confronto con un sentimento a tutto tondo. Un momento di dialogo e di auto-conoscenza con un saper sentire la sottigliezza della fine di un’epoca artistica e l’odore di un nuovo profumo di fresche parole. La pioggia di un insieme tecnico e concettuale si apre alla semplicità degli sguardi, ribaltando cosi i miti della storia delle tecniche artistiche in racconti altri.

L’arte è lo spirito dell’anima.

Claudia Ivan 

TechArte

Mostra d’arte digitale

“Com’è fresco il soffio del vento!

La pace è ogni passo.

E fa gioioso il sentiero senza fine.”

Thich Nhat Hanh, La pace è ogni passo

Il sentire profondo diventa consapevolezza quando il sensibile si trasforma in una forma di relazione dialogante tra l’Essere, l’uomo, la natura, gli animali e la tecnologia. Un viaggio tra arte e realtà digitale che prende vita a partire da un gruppo di visionari dell’arte tuffati in un mare gestuale ricco di dettagli, simboli e minuziosità immaginaria. Dal largo di un orizzonte sereno, l’attenta e curiosa visione si mescola con la pazienza del cuore di ogni artista curioso di costruire parti di sé nell’intento di scoprire sentieri ancora incontaminati e da esplorare. Si struttura una fusione tra l’arte, il mondo virtuale, la tecnologia, le varie tecniche artistiche e la bravura di ciascun artista di ideare, costruire e post strutturare. Ogni momento riflessivo costituisce una parte mancante dell’insieme linguistico che subisce un processo di trasformazione prima, durante oppure in seguito, come totalità del messaggio finale. Dal mondo reale si interpreta il necessario come passo successivo per una forma linguistica che tende a diventare più ampia tramite collegamenti iconografici, tecnici e filosofici. Un gruppo di artisti e appassionati dell’arte di varie nazionalità e libertà ideative sono stati messi assieme sotto forma visiva, riflessiva, simbolica e in rapporto all’etica umana di un saper essere di fronte alla tecnologia, alla natura e agli animali in maniera responsabile e consapevole. Si esige una visione priva di imposizioni e sempre più lontana dal male del potere conquistato. La specie umana ha bisogno di ritornare in sé e di reimparare a saper osservare, rispettare e amare tutto ciò che circonda il suo essere fisico e mentale. L’integrazione etica tra l’uomo, la natura, gli animali e la tecnologia diventa una necessità attuale, soprattutto all’interno di un mondo sempre più veloce e illimitato nell’esporre sé stesso come un prodotto sempre in vetrina. Un’arte riflessiva verso il tipo di approccio che abbraccia l’essere umano nei confronti del mondo, della biodiversità, degli animali e delle tecnologie partendo da sé stesso come fonte di esperienza primaria. Un passo alla volta per una conquista più durevole, ma senza dimenticare l’importanza delle proprie abitudini e il comportamento verso gli altri. Un percorso dall’interno verso l’esterno e dall’esterno verso l’interno in una continua forma ermeneutica che sorge ogni volta che nasce un pensiero coinvolgente e attivo. Il continuum di una mente ermeneutica porta alla luce visioni e analisi altre, messe a confronto con fonti e materiali già esistenti nell’intento di ricavare la massima maniera interpretativa per ogni elemento singolare, ma sempre parte di un insieme. Si esige una costruttiva unione tra l’utilizzo della tecnologia sempre in rapporto all’ambiente, all’uomo e agli animali. Una critica della realtà in maniera costruttiva per dar nascita a varie curiosità, domande e riflessioni tra il nostro modo di agire e vedere le cose e il modo di sentire e saper essere empatici. Un fare arte coinvolgente, sensibile e responsabile come forma di riflesso della propria sensibilità e di un pensiero attento. Una fusione tra varie tecniche artistiche e realtà digitale come principio di una metafora su ciò che sta realmente accadendo, cioè, un mondo sempre più mescolato alla dimensione virtuale. Si porta all’importanza della luce una serie di elementi che fanno parte della nostra vita, ma che bisogna capire come realmente sono presenti. Quale è l’intendo di una presenza se è peggiore dell’assenza! L’essere umano è in grado di distruggere in un secondo quanto in centinaia di anni è in grado di creare. Sta nelle mani di ciascun essere vivente il modo in cui dedicare il tempo senza fare alcun male, ma sempre come forma neutra oppure in rapporto. Un rapporto che fa crescere l’essere sensibile e dà vita ad un cammino ricco di vitalità e sembianze empatiche nel e con il mondo.

Un’arte come soluzione tra la dimensione digitale e l’arte fisica in un continuo scambio di esperienze e strategie visivo-estetiche. Si tenta di utilizzare le potenzialità creative del mezzo digitale come forma di estensione narrativa, interpretativa, filosofica e iconografica oppure come scatto monumentale reso ancora più dominante tramite la scelta dei forti contrasti cromatici. Colori, forme e visioni uniti in un unicum espressivo come pretesto di una più complessa sensibilità estetica che va al di là di qualsiasi immediatezza materiale. Uno sguardo profondo attraverso l’arte che passa dal dovere di ogni cittadino di possedere il senso morale di saper rispettare la fauna e la flora in qualsiasi parte del mondo. Un insieme di pensieri che ci porta a riflettere attraverso il racconto fotografico pienamente vissuto e scattato dall’artista fotoreporter e nuovo zooantropologo Claudiu Sima all’interno della biodiversità del Costa Rica, oppure attraverso le opere fotografiche caratterizzate dalla pura sperimentazione che passano dal mondo analogico alla dimensione digitale sotto un aspetto di arte del saper osservare, toccare e fare all’interno di un’energia di spontaneità, simboli, sfumature, linee, colori, gestualità pittoriche e voci interpretative da parte del gruppo Nata Toja composto dagli artisti  Federico Vacca Massaro e Francesca Adriana D’Anza. Dall’altro lato le immagini fotografiche urbane di Gao Yuxi sentite e vissute all’interno di una realtà altra e rappresentate come frammenti di memorie ferme nel tempo e nello spazio all’interno di un mondo caratterizzato dal dinamismo continuo. La seconda stanza si trasforma in un passaggio narrativo tra l’installazione scultorea di Haidong Bai, che racconta un percorso di master accademico come forma di riflessione sulla voce dell’identità e sul processo dell’evoluzione di essa che forse viene coinvolta oppure travolta dalla società stessa e il video coinvolgente di Claudiu Sima dentro una nuova dimensione culturale e sociopolitica. La mostra TechArte mette insieme un gruppo di artisti diversi tra di loro e impegnati in una società che continua a cambiare, ma che sta andando sempre di più verso un’inutile superficialità nel guardare il mondo intero. TechArte unisce il mondo analogico e artigianale alla dimensione digitale e tecnologica sotto l’aspetto di un’arte come forma di osservazione altra, più profonda e minuziosa che è in grado di rispettare e amare tutti gli esseri viventi, l’ambiente e la natura in un’unica soluzione: saper creare un’arte responsabile e consapevole dentro un vissuto virtuoso. Un’arte che si confronta con la realtà e sempre impegnata con un fare che passa dal reale verso una composizione artistica e dalla gestualità manuale a quella digitale come forma finale. In un ambiente complesso e ricco di contrasti il vissuto di ciascun essere vivente ha bisogno di vestirsi di pura semplicità come forma di ritorno all’essere primordiale e sempre a contatto con la natura, con sé stessi e con gli altri, in un’armonia continua e ricca di scambi culturali. Un ritorno all’uomo primordiale di un essere evoluto e sempre in ricerca di una meta come stimolo della vita e di un pensiero creativo e attivo. I giochi di luce e di ombra, la maniera espositiva delle opere, l’odore degli oli essenziali e la soave musica strumentale accompagnano l’osservatore tra gli spazi coinvolgenti della mostra d’arte digitale TechArte. Le opere fotografiche dedicate al mondo animale tra rispetto della biodiversità e la lotta contro il braconaggio si incontrano per la prima volta con le opere convolgenti tra natura, fluidità e visioni altre in uno spazio unito e composto in rapporto all’arte e tra essa e l’uomo, la natura e il mondo digitale. Una mostra come forma di soluzione al saper utilizzare la tecnologia in maniera creativa, etica ed educativa senza sforzare e chiedere troppo, ma essere capaci di creare un dialogo aperto all’altro senza barriere e limiti. Un’apertura che rispetta i tempi, gli spazi e i bisogni degli altri, che è capace di utilizzare la tecnica e di essere continuamente responsabile dei suoi effetti. Così le potenzialità creative e potenziate del mezzo vengono trattate in maniera educativa, consapevole e immersiva in rispetto e al servizio dell’arte come capacità estensiva e di una nuova maniera curatoriale. Sguardi, sfumature, luci e colori interpretati dal padre artista compiono il viaggio dalla mente fino all’opera finita e giungono vicino ad una  reinterpretazione che contempla già dentro di sé una storia primordiale.

Claudia Ivan

(…)“L’essenza della libertà non è originariamente connessa alla volontà o meno ancora soltanto alla causalità del volere umano.”(…) “L’essenza della tecnica moderna si mostra in ciò che chiamiamo l’imposizione.”(…)

Martin Heidegger, La questione della tecnica

L’artista fotoreporter Claudiu Sima, attraverso la sua passione, porta per la prima volta alla luce una serie di scatti fotografici caratterizzati da un laborioso, lungo e paziente cammino di studio e ricerca all’interno della biodiversità costaricense. Un paese caratterizzato dalla ricca e lussureggiante vegetazione, dalla varietà di animali selvaggi e dall’essere anche un luogo dove la cultura si apre al rispetto della natura stessa e del suo corso naturale. L’amore per l’ambiente e per gli animali si unisce così all’arte dello scatto fotografico digitale nella sua massima spontaneità. Si immortala un momento unico e irripetibile sia da un punto di vista temporale che visivo e artistico. Il tempo diventa uno spazio ricercato e in seguito sentito e osservato per una finalità artistico-filosofica. Un’arte fotografica zooantropologica che analizza e studia il rapporto tra gli esseri umani e le altre specie e fortemente connessa all’attento studio della biodiversità e all’interazione fra le varie specie all’interno di ecosistemi complessi come quelli del Costa Rica. L’arte ora diventa la voce della natura e degli animali come fonte di riflessione e ispirazione verso un futuro più responsabile e privo di superficialità eco/socio-ecologico. La realtà pienamente vissuta viene trasformata in un’arte digitale di un sentire al meglio ciò che l’ambiente e il nostro mondo ha veramente bisogno. Opere che toccano l’anima nel profondo del cuore sotto forma di risveglio per un’umanità non più l’auriga del proprio destino, ma facilmente e volutamente manipolabile. Da un punto di vista tecnico l’artista utilizza un pensiero post scatto tramite il processo di desaturazione selettivo oppure parziale, o cut-out che gli dà la possibilità di mantenere i vari colori in una sola area di un’immagine e lasciare lo sfondo in bianco e nero. Una tecnica che gli permette di mettere in risalto le parti importanti dell’opera come forma estetico-filosofica rendendo così il soggetto il protagonista del momento e del processo evolutivo della sua specie. Attraverso tale processo tecnico, l’artista porta alla luce persino la continua perdita di vegetazione e la scarsa consapevolezza degli esseri umani dinanzi ad un intensivo sistema di deforestazione a carattere devastante per gli habitat e la vita di varie specie. In seguito alla stampa delle opere fotografiche, l’artista si dedica alla tecnica del collage di vegetazione digitale tramite l’utilizzo e l’applicazione a colla di varie foglie verdi disegnate digitalmente e stampate su una carta particolare e spessa. L’insieme del fare tra digitale e artigianale si conclude attraverso l’incollatura in primissimo piano di alcune foglie su ciascun’opera fotografica, dando nascita così ad una serie di fotografie zooantropologiche a collage. Claudiu esige, tramite la sua arte zooantropologica l’urgente necessità di riforestazione, in quanto l’uomo ha bisogno di ripristinare l’equilibrio ambientale e la sua relazione con la natura entro quando non sarà troppo tardi. Un lavoro tra manualità e tecnologia nella sua piena immaginazione artistica di un’azione pensata ed elaborata come forma di un’arte responsabile e consapevole capace di trasmettere un vero messaggio tra concreto, attuale e sostenibile.

Ora è il momento di lasciare la parola all’artista:

“Con le opere che espongo voglio esprimere la mia filosofia per quanto riguarda l’importanza della biodiversità animale nell’ecosistema e dell’evoluzione della specie che insieme alla biodiversità vegetale sono la ricchezza di vita sulla terra. La cura dell’ambiente è un tema che riguarda tutti, il nostro benessere e la nostra salute dipendono strettamente dal modo in cui trattiamo le risorse ambientali e dalle scelte che compiamo per preservare o meno la natura che ci circonda. Le influenze ambientali purtroppo hanno un forte impatto anche sull’evoluzione della diversità delle specie e per mantenere questo fragile equilibrio è importante che le nuove generazioni abbiano in mente la questione ambientale e siano preparati ad affrontare le numerose sfide che presenterà. Iniziare questo processo già nelle scuole per promuovere la partecipazione attiva degli individui, contribuendo a fornire spunti di riflessione e di approfondimento. Il cambiamento climatico è una realtà già percepibile oggi, e potremmo non essere in grado di contenere il surriscaldamento globale dal periodo preindustriale. Oltre al pericolo climatico, il bracconaggio rappresenta un’altra minaccia per la fauna e nella mia avventurosa ricerca ho avuto l’onore di partecipare insieme ai guardaboschi alla distruzione di una postazione abusiva per l’abbattimento degli animali. In un centro di soccorso animali, ho partecipato anche ad un programma di salvataggio animali selvatici feriti e piccoli cuccioli rimasti orfani a causa di incidenti e spesso del bracconaggio. Per fotografare animali selvatici in natura ci vuole passione, costanza e molta pazienza perché l’animale non è un soggetto statico. Molto importante quindi, quando si tratta di fotografare animali selvatici, a prescindere da quanto sia efficiente l’attrezzatura o da quanta esperienza si ha sul campo, bisogna capire che all’animale non è stato insegnato a mettersi in posa davanti a una fotocamera; quindi, ci vuole molta calma perché il momento giusto per la miglior foto arriverà. Per portare a casa una fotografia che possa trasmettere qualcosa di particolare e di speciale di un animale, spesso si attendono ore e ore e si fanno centinaia di scatti.”

Claudiu Sima

Cosa è la vita se non un viaggio che lascia dietro di sé memorie inconfondibili e uniche nel modo di vedere e vivere all’interno di un tempo senza spazio, ma nella sua piena libertà espressiva. Soggetti e oggetti esposti come protagonisti di una testimonianza quotidiana resa immortale attraverso gli scatti fotografici dell’artista Gao Yuxi. Un’artista di origine cinese, laureato in fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, racconta la sua storia vissuta dentro una realtà altra ricca di stimoli e sguardi artistici. Un’indagine approfondita sul proprio sguardo di un saper riflettere di fronte a ciò che sembra non essere. Primissimi piani di oggetti industriali si alternano alle inquadrature, linee e composizioni scenografiche come testimonianze storico-artistiche di un vissuto urbano e accademico. Dalla prima fonte di ispirazione culturale si passa così dall’arte di uno sguardo cinese verso un’arte cinese occidentalizzata dai tratti visivi e sensibili come frammenti di memorie trasformate in esseri viventi tramite narrazioni fotografiche di un’urbanità liquida. La realtà diventa un pretesto per vedere oltre l’immediatezza di ciascun oggetto e soggetto catturato dall’occhio curioso e analitico dell’artista stesso. Una fotografia del profondo di cose che sembrano forme senza alcuna importanza, ma in realtà vengono trasformate in testimonianze di un momento che guarda avanti, ma che può restare sempre vivo tramite tale maniera artistica. Un’arte del frammento come testimonianza di una serie di momenti resi immortali da una visione altra e analitica che porta dall’esterno verso un’interno infantile e dall’interiorità mnemonica verso un’esteriore ricco di ricordi passati e presenti. Tutto passa velocemente e nel tutto si passa per maturare e crescere insieme a noi, con noi e con gli altri senza una certa velocità, ma soltanto attraverso una grande sostanza e costanza. Sguardi e ripetuti sguardi si celano sull’obiettivo freddo e pronto verso nuove sfide tramite occhi e culture diverse, ma unite per l’amore dell’arte. Un valore che sembra un non valore di una realtà fermata per un attimo come pensiero di consapevolezza umana. Lascio le parole all’artista come fonte primaria di espressione artistico-filosofica:

“Penso che scattare foto sia come un modo per conservare la memoria.

Nel tempo, le memorie diventano frammentati, sfocati, uso la mia macchina fotografica per conservare le mie memorie più profonde

li chiamo frammenti di memoria 

Questo portfolio è stato registrato durante i miei sei anni di vita in Italia in cui poche persone sono registrate, la maggior parte sono luoghi che ho guardato fisso quando ero solo,

Ogni volta che si preme l’otturatore è come la fine di un dialogo tra persone e cose,

Vorrei fotografare tutto ciò che ho vissuto e salvarlo sotto forma di foto, poi metto questi frammenti di memoria nel mio vaso di Pandora.

Questa scatola magica nasconde il sé più vero. Il cuore umano è molto complicato e contraddittorio.

Chi sono io? Cosa vorrei fare? Quante facce ho nella mia vita? Che tipo di ruolo vorrei interpretare?

Quando guardo le mie foto è davvero come ricordare il passato e osservare le profondità del mio cuore.

Mi hanno attratto e mi hanno spinto a premere l’otturatore Anche se sono cose molto poco appariscenti, ma hanno tutte le loro storie storiche, che mi fanno pensare al loro valore presente o passato.

Gao Yuxi

Il vento che soffia leggero sul volto ti fa sentire un’aria di freschezza che nasce dalle brezze del mare infinito tra onde di colori, poesie naturali e luci squillanti. Un mondo nuovo, ma ancora agli esordi del capire la vera consistenza ed essenza dell’importanza di un’armoniosa unione tra l’uomo, la natura e la sua intelligenza culturale. Una ricerca coinvolgente che richiama l’epoca dell’antica Grecia come forma di riflessione sul processo cognitivo e mentale razionale e privo di giudizio. L’etica diventa sospensione di una morale non ideologica, ma umana e responsabile come un tutt’uno libero nel tempo e nello spazio da ogni condizione o preimpostazione circonferenziale. Un atto istantaneo di un momento osservato e contemplato nella sua massima potenza emotiva per portare alla luce un insieme evolutivo e costruttivo di un prima e di un dopo del lavoro dei campi arati caratterizzati tra manualità e tecnologia, tra l’umano e la pelle della terra. Sentirsi nella pelle di una profondità carnale che è dentro il tessuto di un sentimento che s’incarna nella natura della pelle stessa. Opere di uno sguardo analitico che si compongono dall’interiorità della materia verso un esterno percettivo come movimento costruttivo di una più complessa realtà. Una maniera digitale caratterizzata da un lungo processo sperimentale tra punti di vista, scatti fotografici e l’utilizzo di vari materiali. L’artista Federico Vacca Massaro parte da una tangibilità iniziatica per unire l’efficienza quotidiana di una serie di lenzuoli in cotone ad intime sfumature di corpi che sembrano delicatamente nuotare oppure volare dentro uno spazio di un’aria acquatica e fluida e sospeso nel tempo. Fotografie in bianco e nero stampate su cotone e caratterizzate dall’unicità dei materiali e dai contorni delicati, sottili, leggeri e sfumati tra luci e ombre di personaggi in primo piano che guardano verso l’orizzonte e mai il pubblico. Un’arte sperimentale che unisce la manualità, la tecnologia digitale, l’analogico e l’umano alla natura e al suo processo. L’arte fotografica diventa essa stessa un’indagine artistica che passa dall’idea alla scelta della macchina fino allo scatto finale e alla stampa che rende immortale un pensiero e una visione di un’istantaneità permanente. Opere corporee che si costruiscono attraverso una maniera sperimentale, nuova e visionaria su lenzuolo in cotone, proiezioni fino a 12 ore, pennellate di argento e luci rosse che bagnano leggermente la materia ancora in fase di sviluppo. Raffigurazioni che fluttuano nell’aria in rapporto tra il pensiero dell’artista, le varie tecniche artistiche e la finalità visiva come composizione di un equilibrio tra le parti. Leggiamo la descrizione dell’artista:

Lenzuola, tele di cotone tagliate con delle misure sulle quali vado ad impressionare una ricerca di fotografie subacquee che faccio ispirandomi alla leggerezza dell’acqua e dell’aria. Le sirene quando nuotano sembrano che volino in un’acqua pulita, come anche i flap degli aerei, comunque l’aria è un elemento liquido, gasoso e si può assomigliare i flap degli aerei alle pigne dei pesci. Quindi, tutto su questa leggerezza. Queste fotografie io le faccio in analogico, le sviluppo e poi le proietto con un proiettore degli anni ’80 di fotografie analogiche per il bianco e nero. Le proietto contro il muro ad una distanza tale, più allontano più si ingrandisce l’immagine. Cerco un equilibrio tra una grana, anzi la grana è troppa, che resti pittorico, ma che si percepisca l’immagine e proietto. Le proiezioni possono durare anche 12 ore!

Una proiezione che ci mette tempo. Ovviamente non proietto sul lenzuolo asciutto. Prima il lenzuolo lo preparo con l’argento, ecco la fotografia argentica analogica, fotografia all’argento che viene impressionata e si brucia, laddove brucia di più, più nero, dove brucia di meno fai i toni dei grigi. La faccio a bagnomaria, la squaglio a bagnomaria sempre al buio in camera oscura e la squaglio su un fornelletto. Squaglio l’argento e poi con un pennello giapponese piatto inizio a pennellare questo argento che poi sarà impressionato dal faro, dalla proiezione e farà sorgere l’immagine, lo pennello su lenzuolo. Fatto questo, applico il lenzuolo alla parete e inizio la proiezione. Ovviamente c’è molta sperimentazione perché poi devo fare anche dei provini, e anche i provini durano delle ore della proiezione. Finita la proiezione, sempre al buio accendo una luce rossa che illumina, che non fa bruciare l’argento, molto fiocca e in delle vasche grandi con dei contenitori inizio ad usare i chimici per sviluppare dei solfuri per sviluppare l’argento per annerire la parte dove la luce ha bruciato l’argento, e sviluppa solo dove interessa a me, ovviamente. Tipo faccio uscire l’immagine con queste. Viene, come dire, fatto con lenzuolo su dei telai per collata dall’alto io faccio sviluppare l’immagine dove mi interessa. Fatto questo, poi la sciacquo con dell’acqua e aceto che brocca il bagno e poi la fisso con un bagno di fissaggio che fissa l’argento. Questo è il procedimento. E poi il lenzuolo viene appeso e fatto asciugare con l’immagine venuta fuori. “

La delicata gestualità di una ricerca di equilibrio continua anche attraverso alcune opere create dall’unione sperimentale e visionaria del gruppo Nata Toja che è un artista-non artista formato dall’artefice plurime Federico Vacca Massaro e dalla pittrice Francesca Adriana D’Anza che insieme si annullano per l’arte. Sono opere caratterizzate da una tecnica mista su foto sviluppate da rullino di una fotocamera subacquea fotografica usa e getta e stampate in maniera digitale su carta cotone A4 tiepolo fabriano e stampa analogica su Iiford politenata e baritata 24×30. Viene compiuto un passaggio puramente sperimentale nella sua piena vitalità, tra corpi coinvolti in uno scenario filosofico-visivo e messi in scena attraverso scatti fotografici e gestualità pittorico-astratta come atto di una spontaneità manuale da parte dell’artista F. A. D’Anza. Si da nascita ad un tempo e spazio unico rappresentato da una fusione artistica tra processo analogico-digitale e linguaggio pittorico di un’energia che continuerà a vivere nella mente e nella visione del partecipante.   All’attimo e al dinamismo il corpo si incarna alle forme delicate e coinvolgenti che fanno immergere lo sguardo all’interno di una narrazione di un profondo vissuto. La consapevolezza insieme alla naturalità del percorso della vita diventano un unico corpo da vivere nel suo pieno rapporto esistenziale. L’equilibrio di un’esistenza che è ricca di sostanza e priva di superficialità, ma composta da tonalità di benessere vitale e profondità interiori. Osservare, contemplare e amare la natura, l’ambiente, se stessi e il mondo come se fosse tutto un proprio Io privo di distinzione, ma caratterizzato da corpose e vere emozioni da poter incanalare e trasmettere.

Secondo il pensiero di Federico:

“Volo, bagnata da chi in eterno fluttua. In alto, in basso e ancora volo. Non v’è ragion che a ragion mi tenga. Il resto è un ricordo che da una battuta decisa di pinna è presto allontanato. Se non altro, almeno il liquido… Salato per la maggior parte, con acuti dolci quasi mai, indimenticabili. Il risalire delle correnti non ci ha portati subito nei luoghi fatti di abissi precisi, bensì ci son voluti il doppio degli affanni e molte squame perse. Finalmente l’appagamento. Quegli abissi allora sconosciuti, in affanno raggiunti, par che siano adesso ameni e familiari anfratti che mi rimandano d’un tratto al mio buio e freddo, ma familiare rifugio primordiale. Non disdico a volte le facili correnti seguendo il flusso, assecondandolo. Mi capita sempre di meno, ma quando è possibile la mia forte pinna ne gioisce e i seni, dal canto loro, ne subiscono il dolce ed incontrollato massaggio che l’acqua crea loro.

Acqua… Madre, complice, amante… Nemica.”

Da “Sirene del Cilento” di F. Vacca Massaro, 2009-10

 

“Il discorso del lavoro tratta un corpo vivente che si forma sotto una “crescita naturale” e di “intervento artificiale”. Dalla prospettiva dello spazio fisico, l’opera è stata divisa in due parti, quella interna e un’altra esterna. All’interno degli spazi composti da linee a griglia si vedono i bambini e l’esterno è circondato da farfalle colorate che rappresentano rispettivamente “i prodotti artificiali” formati da norme sociali, vari interventi e dalle “creature naturali”. Il motivo per cui metto i bambini in uno degli elementi principali del proprio lavoro è perché nella nostra coscienza, i bambini sono il simbolo di purezza e brillantezza, ma allo stesso tempo dimostrano l’ignoranza e l’immaturità. Prima di essere influenzati o educati dalla società, agiscono quasi istintivamente, proprio come tutti i fiori, le piante e gli alberi nel mondo, selvaggiamente e senza restrizioni. A mano a mano che i bambini crescono, attraverso varie educazioni e consapevolezza del buon senso sociale, sono come “righelli, siringhe, cacciaviti” presentati nell’opera. I simboli creati artificialmente lasceranno un segno su ogni bambino, che diventano una sorta di prodotto creato sotto l’esclusiva struttura sociale degli esseri umani. Finora, i bambini nello spazio scultoreo sono diventati come una duplice crescita della natura e della società, una contraddizione tra la natura e l’intervento umano. Invece, le farfalle fuori dallo spazio, essendo la crescita nell’ambiente naturale, rappresentano ogni fiore, ogni pianta e ogni albero senza alcun intervento sociale umano. Rispettano solo le proprie leggi della giungla, e tra un appassito e un boom, usano il “selvaggio” per esprimere il rispetto più primitivo per la vita. L’opera, in concluso, usando i diversi media e il suo nucleo creativo torna al punto di partenza originale di una: “crescita selvaggia avvolta da nutrienti sociali”.

Haidong Bai

Si apre con l’artista di casa Haidong Bai un orizzonte curioso e interpretativo di lunghe conversazioni tra una mente creativa e un processo interiore nella sua massima sensibilità per i rapporti utili e costruiti da parte dell’umano primordiale con sé stesso e di conseguenza con la società in cui è e per cui vive. Un pensiero altro come forma di evoluzione autoriflessiva, riflessiva e di consapevolezza come specchio del proprio vissuto che passa dalla maniera più intima e unica fino alla contaminazione mentale, fisica e visiva in un mondo in cui non mancano le parole, ma la pura verità informativa e la volontà di saper oltre. L’impegno temporale in uno spazio predefinito per natura oppure per necessità si trasforma in momenti, interpretazioni e scelte da saper odorare, sentire, toccare e rispettare prima di renderli globalizzanti e ricchi di velocità liquida controllate da una ruota sociopolitica instabile e superficiale.

Come è cambiato l’essere umano in quanto ancora essere contradditorio?

Nei tempi e negli spazi lontani e vicini, si attraversa la maniera primitiva e sensibile del vero umano in evoluzione per alcune e presunte conquiste tecnologiche prive di responsabilità sugli effetti e sulle conseguenze future. Un gioco psicologico di forte autoconvinzione di un pensiero leggero come fonte di un voler essere supremi e potenti anche nel piccolo di un grande desiderio di appagamento ormai lontano da qualsiasi etica vera e pura. Linee ben delineate, textures delicati con colori irreali, forme sperimentali, smembrate e ricollegate su piani e visioni rappresentati da energie vibranti in un unico momento espositivo fruito per la prima volta. Attraverso l’arte scultorea di una maniera tra manualità e tecnologia, l’artista compone una sinfonia di forme, linee, sfumature, luci e vari materiali come se fosse un mondo a tutto chiuso, composto e scomposto dentro una serie di strutture a cornice in legno con aperture trasparenti e ricche di simboli e riflessioni tra un mondo esterno e quello interno. Frammenti di opere dedicate all’essere evoluto si uniscono in una composizione complessa tra tasselli aperti in legno, luci, ombre e sfumature nella loro piena unicità scultorea e concettuale. Quindi, una composizione manuale caratterizzata da una struttura a cornice sotto forma di base in legno dove si inseriscono vari elementi tra nastro di luce led, tessuto trasparente e sottilissimo come supporto della stampa figurativa fatta digitalmente tramite l’utilizzo del pvc e in un secondo momento una particolare carta. Prima della composizione finale le figure stampate vengono tagliate per poter essere appoggiate su tale pvc trasparente e una volta inserite sopra vengono coperte da una carta cinese con righe. Un’artista sperimentale che si concentra verso l’importanza del lavoro manuale legato ad un processo di unione tra gestualità tattile e tecnologia digitale come finalità artistica. Si mette in scena un’installazione scultorea di un’arte ragionata nella sua piena consapevolezza e responsabilità di fronte al saper utilizzare la tecnologia e il mondo digitale. Momenti di pensieri come riflesso di come tale essere è riuscito ad evolvere senza abbandonare mai la sua identità e senza essere coinvolto all’interno di un mondo approssimativo e cumulativo. Un essere puro che pensa, ragione e desidera intensamente arricchirsi senza mai abbandonare o tralasciare il proprio percorso identitario. Ora mi preme di pensare al modo in cui il peculiare diventa un saper guardare senza far passare alcun angolo di valore per un attimo di piacere effimero. Nei pressi della composizione scultorea vengono esposte anche alcune opere nate attraverso la tecnica ad olio e in un secondo momento stampate ad altissima qualità come una copia digitale di una manualità principe delle tecniche artistiche. Dalla raffigurazione di pecore ospiti su un pianeta estraneo e la rappresentazione di un momento onirico di una bambina sdraiata con il cellulare in mano fino ad una visione sovrapposta di punti di vista coinvolgenti, l’artista porta lo sguardo del fruitore verso una realtà riflessiva. 

Quale è la maniera giusta oppure utile per migliorare e domandare se tutto parte dall’individuale? Quanto e come riusciamo ad evolvere se l’evoluzione è già dentro di noi?

Claudia Ivan 

Il filo della vita

Mostra d’arte personale 

 

Uno dei tratti particolari dell’artista Guo Yanru è l’utilizzo del filo di lana rosso trasformato in una specie di fibra di lana che sembra appena pettinata prima di essere stirata e poi messa al processo di torcitura. L’artista sostituisce la torcitura stessa con la tecnica del collage e il meccanismo dello sfilamento per rendere il filo una leggera e delicata rappresentazione su una tela bianca. Una tecnica a rovescio come punto di partenza che passa da un filo di lana rosso finito all’origine del filo stesso come il filo della vita nella sua potenza evolutiva e mnemonica. 

Un filo che si snoda, un filo che diventa e crea nel suo esistere un legame come fonte di ispirazione di un’esperienza ancorata al suo saper osservare. Un’impronta mutevole di una cultura che porta il fare artistico verso forme simboliche di varie apparizioni vissute e contemplate di un’arte tra realtà e finzione. Un’arte che parte dalle radici di un vivere e va verso mondi talvolta incompresi e spesso composti da realtà enigmatiche. Punti e linee di lana rossa si fondono e formano delicate gestualità di un’arte che si trova tra un astrattismo testuale e manualità artigianale. L’arte calligrafica come esplorazione visiva e manualità filosofico-artistica che cerca di comunicare attraverso delicati tocchi in piena evoluzione analitica. Linguaggi che rendono quasi vivo un corpo strutturato dall’utilizzo manuale della lana rossa incollata su una grande tela bianca e vuota, e caratterizzato da una fluida dinamicità che parte da una serie di sinuosità leggere fino ad arrivare oltre la materialità visiva nella sua rappresentazione in primo piano. Una ricerca coinvolgente di un’osservazione costruttiva sia del materiale fisico che del suo lato interiore in un massimo impiego artistico-storico nel mezzo filosofico. L’utilizzo del colore rosso intenso che induce all’eros, ma anche a ciò che è sotto la nostra pelle, e la scelta del bianco e nero ad olio come ricordo della fotografia analogica, diventano nel loro insieme una delle caratteristiche distintive di tale cammino intimo e artistico-riflessivo.

La maggior parte delle opere messe in esposizione dall’artista cinese Guo Yanru si caratterizza per la rappresentazione in primissimo piano di parti corporee come mani in coppia oppure individuali, corpi interi e raffigurazioni astratto-figurative di concetti in evoluzione. Un percorso che coinvolge varie tecniche artistiche da un fare artigianale, ossia, dall’arte del cucire tramite l’utilizzo del filo rosso di lana oppure dall’incollatura delle fibre di lana fino alla pittura ad acquarello e ad olio e alle sperimentazioni con la stampa allo zinco mediante l’utilizzo della carta da acquarello in cotone. Tutto ciò come espressione di sé stessi in un mare di mondo ancora da comprendere e da osservare.

La vita come un filo rosso che continua ad esistere nel tempo e nello spazio attraverso una serie di opere dedicate allo studio dell’impronta delle parole, al significato del colore rosso, all’anatomia umana, soprattutto quella femminile, e alla narrazione dell’amore e della vita tramite tutte le sue sfaccettature. Un filo di lana rosso come eredità di una più complessa esistenza che si propaga su ogni tela con la sua immediata delicatezza tra contenuti leggeri e quasi trasparenti e contorni ben definiti. Un filo rosso incollato e morbido che talvolta somiglia a dei piccoli e sottili capillari umani che possono dar nascita ad un fiume di forme che s’incontrano e si risvegliano nell’insieme visivo. Il colore rosso intenso come simbolo dell’amore e del sacrificio compie il suo linguaggio dentro un fondersi continuo tra dimensioni e forme su varie tele bianche e quasi annullate dall’artista stessa, che è nella posizione di comporre una storia che sembra appena iniziata. Nella sua più naturale ricerca artistico-umana, l’artista Guo si immerge e si dedica al voler capire la profondità della natura dell’essere donna nella sua piena maturità evolutiva mediante una serie ad acquarello intitolata “About Women’s Power and Her Fantasy”. Una scelta tecnica che rende visibile la nascita di un insieme compositivo caratterizzato da tratti di fluidità limpida, spontaneità formale e linee ben contornate. Un’autoanalisi al femminile che porta alla luce dall’interno all’esterno racconti immaginari di genuinità contenutistica e sperimentazioni materiali che riescono a trasportare il lettore verso un’infinità di riflessioni tra realtà e illusione artistica.

Da un fare che coinvolge la manualità artigianale dentro una catena di sperimentazioni tattilo-concettuali, l’artista, nel 2020, da nascita ad un gruppo di opere dedicate ai paesaggi nordici tramite l’utilizzo della tecnica principe. È un periodo in cui Guo viene influenzata maggiormente dal proprio marito e fotografo Gao Yuxi come prossimità di uno stimolo che sfocia in una gestualità ad olio in base alle fotografie portate dall’Islanda in Cina da parte dello stesso marito. L’artista sente profondamente l’atmosfera nordica e visivamente onirica di uno scenario ermetico che diventa in un secondo momento parte integrante di una continuità surreale che passa dal mezzo fotografico alla tecnica pittorica. La calma del lago gelido e la delicata raffigurazione delle nuvole composte da una soffice e laboriosa rielaborazione riescono a coinvolgere il partecipante nell’onda del sentire il profondo di un mondo che sembra sospeso in un tempo e spazio di una realtà delicatamente fantastica. Un immaginario che continua ed evolvere passando da una tangibile realtà verso un momento di finzione tramite l’aggiunta di un bicchiere nel mezzo di un paesaggio bianco e nero dipinto sopra il freddo e distaccato lago di un momento ormai diventato la testimonianza di un viaggio pienamente vissuto e fotografato da Gao Yuxi. L’artista inserisce all’interno dell’opera il bicchiere dei suoi pennelli come forma di ricordo e scherzo per intravedere tramite il bicchiere stesso il lago che sembra avvolto da una storia misteriosa. Un viaggio visivo e sentito che entra nell’intimo di questa terra nera ed enigmatica anche come presa in confidenza da parte dell’artista stessa nel continuare la storia attraverso la rappresentazione quasi dinamica di una brezza gelida marina con la sua sabbia nera e onirica.

L’artista come donna, moglie e come identità unica caratterizzata da una continua lettura originale e coinvolgente di una vita che si osserva profondamente e si vive nell’arte e con l’arte di un saper fare e immaginare.

Per la prima volta in assoluto l’artista accademica Guo Yanru insieme al gruppo Arte Postclave mette in esposizione un insieme di opere che testimoniano la voce più intima dell’interiorità dell’artista stessa che si caratterizza tra realtà fotografica e finzione artistica. Un percorso artistico che nasce durante un periodo di cambiamenti all’interno di una realtà italiana, quindi occidentale, e ben diversa ed estranea dalla propria.

Dunque, un filo che passa dallo studio delle lettere al corpo umano insieme alla sua scomposizione delicatamente artigianale, e che continua con il contorno fotografico di dolci ricordi immortalati tramite il fare del cucire e il meccanismo dello sfilamento, fino ad arrivare ai racconti in bianco e nero ad olio di atmosfere che sembrano una realtà non realtà. La storia di un filo rosso della vita che percorre l’immaginario di una giovane artista sino-mongola nell’intento di raccontare l’intimità di un vissuto unico tra spontaneità e controllo, e tra realtà e finzione.

Claudia Ivan 

BIOGRAFIA ARTISTI

 

Haidong Bai 

Nazionalità Cina

Residenza: Milano

 

E-mail

1455978743@qq.com

Instagram

@hydon.b

 

FORMAZIONE

2015—2019

Accademia di Belle Arti di Brera – Milano

Diploma Accademico di II Livello

Dipartimento di Arte Visive: Grafica

2012 2015

Accademia Centrale di Belle Arti – Pechino

Diploma Accademico di II Livello

Dipartimento di Arte Visive: Scultura

2007 —2012

Accademia Centrale di Belle Arti – Pechino

Diploma Accademico di I Livello

Dipartimento di Arte Visive: Scultura

 

GROUP SHOW AND EVENTS

2016

Brera OPEN day

Accademia di Belle Arti di Brera

2017

Brera Aperta

Accademia di Belle Arti di Brera

2017

Biennale di Soncino, a Marco

Organizzata da Demis Martinelli e Pietro Spoto

Museo della Stampa

2017

Brera OPEN day

Accademia di Belle Arti di Brera

2018

Milano Graphic Art

Accademia di Belle Arti di Brera

2018

XIV Biennale di Grafica

Città di Castelleone

2018

Premio 2018 Unione Confcommercio, (premiato)

Curata da Maria Cristina Galli

2018

Grafica Pietro Parigi 2018, Calenzano

Curata da Giovanni Surace

2019

ECarta mini carte Contemporanee II Biennale, Spazio Mantegna (MI)

Curata da Antonia Campanella

2019

Transcription copia in movimento, MAIO, Cassina De’ Pecchi(MI)

Curata da Milena Zanetti

2019

No-entry, salone dell’arte, Milano

2019

Togliersi le maschere, Poschiavo

curata da Claudia Ivan

2019

L’orizzonte del Mare—Premio Arte Acqua dell’Elba, Elba (premiato) curata da Galli Maria Cristina

2020

Il mio terzo io, Poschiavo, Svizzera

2021 

Essere nella mente del corpo, Poschiavo, Svizzera

2022

26 Agosto-10 Settembre

TechArte, Poschiavo, Svizzera italiana

Paolo Manfredi

Nato a Pesaro nel 1978 

 

Diploma di maturità arte applicata conseguito presso Istituto Statale d’Arte “Mengaroni” di Pesaro – giugno 1998

Laurea triennale in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera

Laurea di secondo livello in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera

 

Paolo.manfro@gmail.com

Instagram

@paolo.manfro

 

Mostre personali

La Sala del Capitano Candelara di Pesaro luglio 2013

Premio internazionale della pace nell’arte G.O.M.P.A presso il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea , ex Monastero benedettino Palermo 29 giugno-31 agosto 2013

Mostra permanente presso Menti Calde Art gallery. Lecce luglio-agosto 2012

Mostra permanente presso galleria Rosso Cinabro Aprile-Giugno 2012 Roma

Mostra “introspettiva” esposizione di scultura Spazio espositivo”rosso cigliegia” Pesaro(pu) novembre 2011

Mostra “Tra radici e visioni” presso chiostro ex chiesa S.Marco

Mombaroccio (PU) marzo 2012

Mostra presso La Sala del Capitano Candelara di Pesaro luglio 2013

Simposio di scultura 15-30/09/2017, 02-16/09/ 2018

La via dei geni” citta di Bale Croazia

Esposizione Milano scultura Fabbrica del Vapore, 2017- 2018

Pubblicazione raccolta di poesie

Parole al vento

Aletti Editore di Altre Sembianze

s.r.l. prima edizione 2010

 

Mostre collettive

Il mio terzo io, Vecchio Monastero, Poschiavo, Svizzera, 10 -23 Agosto, 2020

Collettiva Togliersi le maschere, Centro parrocchiale di Poschiavo, Svizzera, 19 Luglio – 04 Agosto, 2019

Collettiva Gavardiana Corte di Palazzo Gradari Pesaro 08/ 2018

Collettiva Gavardiana Corte di Palazzo Gradari Pesaro 08/2017

Elettricamente.Interazioni tra sensibilità creativa ed energia elettrica, Museo della Tecnica Elettrica, Pavia. A cura di Roberto Rocchi. 05/11/2016-06/01/2017

Museo dei Giovani Artisti, Idroscalo, Milano. (Opera permanente) 20/09/2016

Collettiva Gavardiana Corte di Palazzo Gradari Pesaro 08/2016

Collettiva Gavardiana Corte di Palazzo Gradari Pesaro 08/2015

Paratissima Torino 2014

Festival dell’arte contemporanea museo Miit Torino corso Cairoli 4 dal 24/04 al 9/05 2014

Mostra collettiva d’arte contemporanea” Eros & thanatos” presso centro culturale Tecla, via Toledo, 424 Napoli Aprile 2014

Mostra collettiva “Artisti dal mondo” organizzata da: Associazione culturale Nautartis(Gubbio), presso la chiesa di S.Marco Mombaroccio (PU) luglio 2013

Mostra “dinamica” collettiva presso galleria Accorsi Arte Torino gennaio 2013

Mostra collettiva “settimana dell’ arte italiana a Koping” presso Quirinus gallery Kpoing Svezia. Gennaio 2013

Mostra collettiva “Ombre e luci del volto” ritratto ed autoritratto organizzata dall’ associazione turistica proloco di Candelara curata da Lorezo Fattori

Mostra “primo premio Meni Calde” collettiva presso Museo del Faggiano Lecce. marzo 2012

Mostra “Nature’s Ispiration” collettiva presso galleria Rosso Cinabro Roma 21 marzo-3 aprile 2012

 

Elisa Balossi

Nata nel 1997 nel nord Italia

 

Fotografa  

Laurea triennale in Comunicazione e Didattica dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera

 

blueli1997@gmail.com

 

Mostre collettive

Togliersi le maschere

Centro Parrocchiale di Poschiavo, Svizzera, 19 Luglio – 04 Agosto, 2019

 

Massimiliano Precisi

Nasce a Pisa nel 1982

 

Instagram

@max_precisi

Sitoweb

www.massimilianoprecisi.it/

 

Non segue un percorso accademico convenzionale e la sua formazione è lontana dal campo artistico: si diploma in ragioneria e non seguirà mai un vero e proprio percorso in accademia.

La passione per la pittura nasce dalla contemplazione dei dipinti di Francis Bacon di cui segue la linea controversa e ambigua: protagonisti dei suoi dipinti volti tormentati e allucinati, deformi e straziati, aggrediti dalla violenta pennellata.

L’artista traccia poche e rapide linee guida sulla tavola di cui non resta traccia ad opera finita, secondo una logica personalissima. La pittura di Precisi non segue regole e vede la compresenza di linguaggi diversi: pittura e collage, tecniche miste, colori psichedelici e contrasti azzardati.

Seppur pervasa da suggestioni, dall’espressionismo al fauvismo, all’amato Francis Bacon, la sua poetica è originale e stravagante: Precisi inonda la tela di colore, predilige una linea incisiva e netta tracciata con mano sicura, pervade la superficie pittorica di rette imprecise e mosse da moti ondosi, rotatori, confusi.

I soggetti prediletti sono uomini o donne, ma non vi è spazio per l’umanità nei suoi dipinti: soffocati dal segno che si dimena rabbioso sulla tavola, sommersi dai contrasti violenti di colore, il vero protagonista è il lato ipocrita, falso e contraddittorio della nostra società.

Quella di Precisi è una pittura istintiva, d’azzardo, di sperimentazione e irrequietezza.

 

MOSTRE

Art is Not Dead: Esposizione collettiva Interiors Design Nesti, Cascina, Dicembre 2019


Mostra Personale Mazzei Store: Mostra personale, Pontedera, novembre 2019

 

Centro Culturale Poschiavo: Esposizione collettiva, Svizzera, luglio 2019

 

Galleria Macelleria D’arte: Esposizione collettiva, Saint Gallen, Svizzera, Giugno 2019

 

Chiassi a Fil di Luce: Esposizione permanente Chiasso Peccioli, Maggio 2019

 

Green Energy Gallery: Esposizione collettiva Lux Lucis, Gennaio 2019

 

Gallery Orler: Esposizione Televendita Galleria Orler, Favaro V., Ottobre 2018

 

Emergingartistaward: Esposizione visual. Dubai, Settembre 2018

 

Galleria ARTBAHNHOF: Mostra personale, Milano, aprile 2018

 

Mostra Banca Fornacette e Pisa: Esposizione personale, Banca Fornacette e Pisa, Pisa lungarno, aprile 2018

 

Esposizione Galleria ARTBAHNHOF: Collettiva Evento ” Parallel”, Milano, Marzo 2018

 

Esposizione Concessionaria BMW : Esposizione e live Painting per il lancio della BMW X2, Cecina, Febbraio 2018

Esposizione ArtInsolite Lajatico: Evento Teatro del silenzio 2017, agosto, settembre 2017

Tuscania Art Festival: Mostra personale Palazzo Pretorio Peccioli, giugno, 2017

 

Mostra Al Tempio di Minerva, Rizomi: Evento a Montefoscoli al Tempio di Minerva, Maggio 2017

 

Mostra D’Arte Contemporanea: Tre modi differenti operanti nell’arte contemporanea, Galleria Liba, Pontedera, Maggio 2017

 

Contemporary Art : Galleria Fiordamaro, collettiva, Bientina, provincia di Pisa, Marzo 2017

 

CULT: Esposizione personale Palazzo Blu, Pontedera in provincia di Pisa, Febbraio 2017

 

ArtInsolite, Teatro del Silenzio: Personale a Stalla di Moneta, Lajatico, regia di Alberto Bartalini, Dicembre 2016

 

Festival Associazione Art Archia: Collettiva Vecchio Frantoio, Buti, Ottobre 2016

 

Erbamedic AnimalariVari: Esposizione Collettiva Palazzo Morini, Pontedera, Maggio 2016

 

Associazione MAI.SOCIAL.MAISON: Mostra Personale Social Maison via cavour, Pisa, Marzo 2016

MoorHouse Art: Esposizione collettiva alla Moor House gallery, Londra, Marzo 2016

Navicelli S.P.A:Odissea nel colore, mostra Personale , Pisa, Novembre 2015

 

AbstractConcept: Mostra Collettiva Teatro odeon , Ponsacco in provincia di Pisa, Ottobre 2015

 

Mostra Internazionale Arte Contemporanea: Collettiva Art&Motion , Villa Bondi, Marina di Pisa, Luglio 2015

 

Associazione Open House: Esposizione collettiva , Pisa, Giugno 2015

 

Brick Lane Gallery: Mostra Collettiva “Art in Mind” in Gallery Brick Lane, Londra, Novembre 2014

 

Galleria Gamec Centro Arti Visive: Mostra collettiva in Galleria Gamec, Pisa, Febbraio 2014

 

Rassegna d’Arte Contemporanea: Collettiva Centro Arti Visive associazione IdeaArte expo, Pisa, Marzo 2013

 

Rassegna d’Arte Contemporanea: Collettiva Centro Arti Visive associazione IdeaArte expo, Pisa, Marzo 2012

 

Mostra D’Arte Contemporanea: Collettiva a Palazzo Franchetti, Pisa, Giugno 2011

 

Asia Cardellini

Nasce il 28 Settembre a Pisa, sotto il segno della Bilancia

 

Instagram

@asia.artworks

 

Guidata dalla Luna, poiché preferisce creare “quando tutto tace” nutre fin da piccola una sensibilità creativa, che la porta a disegnare tutto ciò che di positivo o negativo, ha avuto un forte impatto emotivo dentro sé.

Mossa dalla ricerca del suo vero identikit interiore, si affaccia alla pittura in piena adolescenza, dedicando il suo tempo a quella che capirà essere la sua più grande passione e una via d’uscita in un mondo che le va stretto.

Priva di studi artistici e completamente autodidatta, la sua arte mostra quello che ha assorbito l’anima nel corso del tempo, provando a volte con i colori, altre volte senza di essi, a rappresentare un’ emozione.

I suoi stati d’animo, le sue fragilità e i suoi “demoni” si giocano un ruolo fondamentale per la continua sperimentazione ed evoluzione degli stili.

I suoi dipinti, danno vita a suggestive figure, contornate dal caratteristico abisso nero con il quale firma spesso tutte le sue opere.

 

MOSTRE

25 Novembre 2016: Decorazione panchine rosse per la “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” presso Livorno

24 Luglio 2016 – Personale presso “Borgo in festa”, Montecalvoli

18 Agosto 2016 – Personale presso “Sagra della patata fritta”, Santa Maria a Monte

17 Marzo 2017 – Personale presso “CULT” Scalo 13, Pontedera

24 Giugno 2017 – Collettiva presso Galleria D’Arte il Melograno, Livorno

3 Febbraio 2018 – Collettiva presso Palazzo Scaramucci, Santa Maria a Monte

16 Giugno 2018 – Collettiva presso Galleria D’Arte il Melograno, Livorno

6 Aprile 2019 – Personale presso Studio di architettura MC4, Firenze

6 Dicembre 2019 – Collettiva “Art is not dead” presso Arredamenti Nesti, Cascina

19 Luglio 2019 – Collettiva “Togliersi le maschere” presso Svizzera

25 Gennaio 2020 – Personale presso “Vivo” Ponteder

Ciro di Sabatino

 

Nato a Roma il 29/10/1993

 

2007 – 2011

Diploma di maturità conseguito presso il Liceo Scientifico Statale “Francesco Severi” di Salerno

Laurea di primo livello in Arti Visive, indirizzo d’arte della grafica presso l’Accademia di Belle Arti di Roma,  2012- 2015

Laurea di secondo livello in Arti Visive, indirizzo di grafica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, 2016- 2019

 

cirodisabatino@hotmail.it

Linkedin

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@art_and_virtus

 

MOSTRE

Togliersi le maschere, mostra d’arte collettiva

Poschiavo, Svizzera

19 Luglio-04 Agosto 2019

 

 

Ruben Cortelletti

 

Nato a Trento il 18/06/1996

 

Diploma di maturità conseguito presso il Liceo artistico “A. Vittoria” di Trento

Laurea di primo livello in Nuove Tecnologie dell’Arte, indirizzo d’arte di grafica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano 2019

 

ruben.corte@live.com

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@rubencortelletti

@faeggotry.y

 

MOSTRE

Essere nella mente del corpo, mostra d’arte collettiva, Poschiavo, Svizzera  26 Luglio-08 Agosto 2021 – gruppo ero.ego

 

 

Federico Froldi

 

Nato in Provincia di Mantova il 15/08/1996

 

Diploma di maturità conseguito presso il Liceo artistico “Alessandro Vittoria” di Trento

Laurea di primo livello in Grafica, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano 2020

 

federico-froldi@hotmail.com

info.ero.ego@gmail.com

Instagram

@èro.ego

 

MOSTRE

Essere nella mente del corpo, mostra d’arte collettiva, Poschiavo, Svizzera  26 Luglio-08 Agosto 2021 – gruppo ero.ego

 

 

Lorenzo Marini

 

Nato a Monselice nel 1958

 

Pubblicitario, scrittore, Direttore artistico e padre della corrente artistica Type Art, nata nel 2016 all’interno del Palazzo della Permanente di Milano. Tale movimento artistico l’ho porta ad esporre nel 2017 alla 57ª Biennale d’arte di Venezia (Padiglione dell’Armenia)

 

Studi artistici e laurea in Architettura a Venezia nel 1980

Carriera artistica: si sviluppa con Emilio Vedova 

Dopo gli studi: lavora per alcune agenzie pubblicitarie italiane: Ogilvy, Leo Burnett, Canard e Gruppo Armando Testa. Nel 1997 fonda a Milano la Lorenzo Marini & Associati, agenzia con filiali a Forlì e Torino e nel 2010 apre una sede a New York

 

Ha ricevuto numerosi premi nazionali e internazionali, tra cui anche il Leone d’Oro di Cannes al Festival internazionale della pubblicità per la campagna Agnesi nel 1985 

 

Artista poliedrico: si dedica negli anni ad una serie di attività: dal cartooning alla pittura, alla regia e soprattutto alla scrittura tramite la pubblicazione di due romanzi e alcuni saggi. Ha condotto per Rai Radio 2 “Il giorno della marmotta“, programma dedicato alla creatività insieme a Dario Vergassola

 

info@lorenzomarini.com

Instagram

@lorenzomariniart

Sitoweb

lorenzomariniarte.com

 

MOSTRE 

Lorenzo Marini a partire dal 2010 inizia a mostrare le sue opere al pubblico. Le prime mostre si tengono a New York e Miami, partecipando anche all’Art Basel Miami

2015

Art Basel Miami, Miami Art River, Convention Center, 03-06 Dicembre

Artour-O il MUST, Istituto Italiano di Cultura, Praga, 21-24 Ottobre

Teatro Vittorio Emanuele, personale, Messina, Sicilia, 01-15 Novembre

Pallazzo Medici Riccardi, personale, Firenze, 24-30 Giugno

Museo di Padova, personale, Pallazzo Zuckermann, 06-22 Marzo

Visual, personale, Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto 2, Milano, 18 Febbraio-02 Marzo

2016

Art Basel Miami, Scope Pavilion, 30 Novembre-04 Dicembre

Arturo, Istituto Italiano di Cultura , Barcelona, 17-23 Ottobre

Museo della Permanente, personale, Milano, 06-30 Ottobre

Gallery Center Soho, Broadway, New York. 01-30 Luglio

Artist of the Month, Mondadori Duomo, Milano, 09 Aprile-08 Maggio

2017

Miami Art Basel, Scope Pavilion, Miami, 06-09 Dicembre

Talent Prize, Macro Museo Arte Contemporanea, Roma, 12-26 Dicembre

Western China International, Biennale Arte Museum, Hohhot, 21 Novembre-20 Dicembre

Biennale di Venezia, Padiglione Armenia, Venezia, 13 Maggio-26 Novembre

George Berges Gallery, personale, New York, 04-15 Maggio

Poliform, New York, 09-31 Marzo 

2018

Miami Art Basel, Raw Space, Miami, 06-10 Dicembre

Bruce Lurie Gallery, mostra personale, Los Angeles, 06-03 Novembre

Museo Giorgione, personale, Castelfranco Veneto, TV, 14 Aprile-13 Maggio

The Armory Show, New York, 08-11 Marzo

Art Palm Beach, Convention Center, Florida, 17-21 Gennaio

2019

Collabora con Cramum e Sabino Maria Frassà: l’installazione AlphaCUBE Un’opera presentata per l’evento della DesignWeek (da Ventura Projects ) e successivamente anche a Venezia in occasione della 58ª Biennale d’arte, a Dubai e a Los Angeles

Galerie Sifrein 10, rue Lavoisier, Paris, 14-28 Novembre

Middle East Design Week, World Trade Center, Hall 3, Dubai, 17-19 Settembre

La Biennale di Venezia, Friends / Spazio Thetis, Venezia, 10 Maggio-24 Novembre

Salone del Mobile, Fuorisalone, Ventura Projects, Milano, 09-14 Aprile

Armory Week Clio Art Fair Raw, Space Art Gallery, New York, 07-10 Marzo

Fabbrica del Vapore, Via Procaccini 4, Milano, 02-15 Marzo

LA Art Show, Convention Center, booth 836, Los Angeles, 23-27 Gennaio

2020

Digital Art Installation, Milano, 05-30 Dicembre

Aperture Straordinarie, La Biennale di Venezia, 18 Settembre

Dynamic Type Installation, Milano, Roma, Torino, Firenze, 18 Maggio-15 Luglio

Fondazione Bevilacqua La Masa, Piazza San Marco Venezia, 21 Marzo-10 Maggio

Out of Words, Gaggenau Hub, personale, Typemoticon, Corso Magenta 2, Milano, 20 Febbraio-03 Aprile

LA Art Show, L.A. Convention Center, South Hall, Los Angeles, 05-09 Febbraio

Naif International Gallery 1900 North Bayshore dr suite 1508, Miami, 28 Gennaio-03 Febbraio

Disegna il Manifesto per la Biennale di Venezia, Padiglione Venezia “Aperture Straordinarie”

Evento artistico nelle principali città d’Italia con installazioni dinamiche 

2021

Istituto di Cultura Los Angeles, Alphatype, 03 Giugno-29 Agosto

Essere nella mente del corpo, mostra d’arte collettiva, Poschiavo, Svizzera  26 Luglio-08 Agosto

 

PUBBLICAZIONI 

L’uomo dei tulipani. Una storia vissuta quattrocento anni fa che potrebbe rivivere domani, 2002 – Lupetti Editori di Comunicazione

Vaniglia. Una storia d’amore tratta da un film che nessuno ha mai girato, 2003 – Lupetti Editori di Comunicazione

Note, 2005 – Logo Fausto Lupetti Editore

Questo libro non ha titolo perché è scritto da un art director, 2006 – Logo Fausto Lupetti Editore

Visual, 2009 – Logo Fausto Lupetti Editore

 

PREMI 

3 Epica, 1 Globe, 5 New York Festivals, 14 Press & Outdoor Key Awards, 14 TV Key, 1 CIFA (Sodalitas Social Award), 24 Pubblicità & Successo, 11 Grand Prix “Pubblicità Italia”, 4 European Design, 33 Targa d’Oro, 1 Adprint European Festiva, 44 Mediastars, 2 Mobius, 4 Clio, 2 Golden Awards of Montreaux, 1 Adform Creative Hits, 7 NC, 1 New York Midas, 4 TP Emanuele Pirella, 1 Ad Spot Non-Profit

 

 

 

Claudiu Sima

 

Nato in Romania (Deva) il 13/10/1973

 

PERCORSO LAVORATIVO

2018 / 2021

Testate televisive private, videoreporter, fotografo, videoriprese e reportage giornalistico  per la realizzazione di servizi di divulgazione mediatica e di cronaca, Milano

2014 / 2017

Forum delle Comunità , assistenza tecnica apparecchiature elettroniche studio TV, tecnico di emissione, Milano

2012 / 2014

Privato, Impianti satellitari e pannelli fotovoltaici, perito elettronico, Milano 

2011

Privato, assistenza tecnica, tecnico informatico, Milano

2008 / 2010

Assistenza tecnica personal computer, apparecchiature elettroniche, perito elettronico, Milano

2005 / 2008

Sociale, Insieme si Può A.R.L., Onlus, Centro Asilanti Politici, operatore traduttore interprete, mediatore, coordinatore tecnico, vice segretario e coautore del progetto Piano Rifugiati, Milano

2005

Microsystems, tirocinio, tecnico reti e tecnologie wireless, Milano

2003 / 2004

Impianti antenne satellitari, antennista, Milano

2002

Impianti elettrici, elettricista, Milano 

1997 / 2001

SC Sigmatel SRL, assistenza tecnica telefonia mobile, Deva, Romania

1994 / 1997

Corpo di Polizia Locale, agente di polizia locale, Deva, Romania 

1993 / 1994

Electron SA, riparazioni radio e TV ( Hi-Fi Audio e Video), perito elettronico Deva, Romania

 

FORMAZIONE

2021

Corso di formazione per aspiranti guardie ecologiche volontarie ( G.E.V.), Milano

2020 – 2021

Corso addetto ai servizi di controllo, Milano

2015

Corso base Open Sky/Tooway, Milano

2012

Corso di preparazione per Agente di Polizia “Foxpol”, Milano

2004

Corso di specializzazione reti e tecnologie wireless, Milano

2003

Corso per operatore di strada ed esperto multimediale in mediazione linguistica e culturale, Lombardia

1996 -1998

Scuola Universitaria professionale di trasporti e telecomunicazioni, Deva, Romania

1994 – 1995

Corso di preparazione Agente di Polizia locale, Deva, Romania 

1988 – 1992

Istituto di scuola media superiore, Deva, Romania

1987 – 1989

Università scientifico-culturale , Deva, Romania

 

clau_31us@yahoo.it

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@claudiu.sima.52

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MOSTRE

2022

TechArte, mostra d’arte digitale, Poschiavo, Svizzera

26 Agosto-10 Settembre

 

 

Federico Vacca Massaro

 

Nasce a Cagliari nel 1977

Trascorre l’infanzia tra Napoli e Caserta

 

info@federicovaccamassaro.com

studiopsiuke.wordpress.com

www.federicovaccamassaro.com

https://federicovaccamassaro.wordpress.com

@federicovaccamassaro

 

PERCORSO FORMATIVO E LAVORATIVO

1996

Diploma conseguito presso il liceo classico di Caserta

Successivamente ha cominciato gli studi presso la
facoltà di giurisprudenza Federico II fino ad essere conquistato dall’amore per le arti visive

1997

New York. Conosce e diventa assistente dell’artista, ex Factory di Andy
Wharol, Jack Pierson. Dal suo maestro subisce il fascino di una comunicazione
poetica e forte fatta di semplice sintesi creativa. Durante il percorso trascorso nello studio di Pierson, maestro di quelli puri, porta alla luce le prime importanti produzioni. Da allora il suo immagazzinare esperienze cresce e diventa un immagazzinarle e comunicarle dopo lunghi periodi di “fermentazione” interiore

1999

Roma Centro Sperimentale corso di Fotografia per il Cinema

2001

Frequenta una scuola di arti visive e si diploma in “fotografia” alla
Riccardo Bauer di Milano

Si stabilisce a Milano riprendendo e non lasciando più la sua ricerca
artistica

2002

Mostra personale Feedback, curata da Massimo Sgroi presso il Chiostro di
Sant Agostino, Caserta

Video Clip Heautontimorumenoi co-work Edoardo De Angelis

Mostra a Milano in collaborazione con Thomas Roberts

Mostra collettiva presso la Galleria GDS di Rossi Antonio: espone “Scales”

2003

Torino, collective show “Creatives are Bad”

2004

Dusseldorf CPD_Video installazione con performance del lavoro “Elbisè”

NewYorkCity realizza 2 progetti artistici

Pubblicazione di Lucania per Scatti Per Bene – Sotheby’s

2005

“Arte e Critica” gli dedica una recensione per “Scales: Fresh Meat On Sale”

Social Project Sotheby’s

2006

Roma, International Cultural Contest_ 1st Prize “Pubblicità per bene”

2007

Amsterdam. Isole Texal project

2008 “Say those magic words” tra poesia e Cinema ispirato ad Emily Dikinson

2009

“da Guarene all’Etna” mostra presso la Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo di Torino-Cuneo in collborazione con Sabine Delafon Corporation

“Effimeri Attimi” lavoro di Regia e Fotografia tra arte ed architettura per
Apartment Gallery

2010

Video – Photo project 30th Anniversry Emporio Armani Eyewear

2011

Opera editoriale “il Corpo e il Sale”. Analisi del territorio PUGLIESE delle
Saline di Margherita di Savoia. Interprentazione del sale estratto attraverso
riprese aeree e terrestri

2013

Regia e Fotografia VideoClip “X-DAYS” FieraMilano

Roma, Fori Imperiali. Ministero dei Beni Culturali

Mondadori Electa per la mostra “I Post Classici”

2015

Napoli, “Omnia Natura Natus” rivisitazione del Cristo velato del Museo
Cappella San Severo, ass. culturale Pantesia

2016

Milano, F(resh) M(eat) O(n) S(ale), personal show

2017

Lugano, Fondazione Giudici, collective show

2018

Milano, Urbanità liquide, collective show

2021

Napoli, shootings for RaiCinema

2022

“post-classicità” Enciclopedia dell’Arte Contemporanea di Istituto Treccani
“Everybody has the ability to hover. Naked we’re all the same
However the Libra blocks our path, impeding a liberated flight.”
2001©FVM_Scales: Fresh Meat On Sale

TechArte, mostra d’arte digitale, Poschiavo, Svizzera

26 Agosto – 10 Settembre


COLLABORAZIONI

Istituto Treccani, Mondadori Electa, Rai Cinema,Banca BNP PariBas
Ministero Beni Culturali, Museo Cappella San Severo, Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo, Safilo, McCann WorldWide, Mastercard, FullSix
Diesel, Holly Krueger Collections, Renault Retail Group, Microsoft MSN
Seven7 L.A. , Merisant Canderel Paris, RCS Quotidiani, Felous Fashion
Group Ltd, Braddock Inc, Autogrill Spa, GF-Group Spa, Conseil Milano
Mirage, Martini Osvaldo, Igam, Fazzini Italy, Vitulli Italia, Spa Gest
FieraMilano , Russo Design, Pizza Magazine, Ariminum Edizioni, EuroEd
Editions 

 

 

 

Gao Yuxi

 

Nato in Cina del Nord (30 anni nel 2022)

 

2012 – 2013

Dipartimento di pittura ad olio presso l’Accademia di Belle Arti, Inner Mongolia Normal University, Cina

2017 – 2022

Dipartimento di fotografia, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, Italia

 

yuxigao966@gmail.com

 

PERCORSO LAVORATIVO

2015

Agosto – Mostra fotografica degli studenti dell’Università Dali, Dali, Provincia di Yunnan

The work of Dali “Rainbow”, premio secondo, Dali, Provincia di Yunnan

Settembre – competizione di fotografia, primo premio, nella bassa Mongolia Jintai

2016

Associazione dei fotografi Xintiandi, bassa Mongolia, competizione di fotografia, terzo premio

Giugno, bassa Mongolia, competizione di fotografia portrait Jingming, top ten

2022

TechArte, mostra d’arte digitale, Poschiavo, Svizzera

26 Agosto – 10 Settembre

 

 

 

Guo Yanru

 

Nata nel 1991 in Cina a Hohhot, Mongolia continentale

 

Artista freelance

Ha studiato con Wu Lang, Wang Yaozong e Galliani Omar

 

guogretayanru@gmail.com

 

2012 – 2016

Dipartimento di pittura ad olio dell’Accademia di Belle Arti della Mongolia interna

2016 – Firenze

Studio della lingua italiana

2018

Pittura – Accademia di Belle Arti di Brera

 

MOSTRE

Il Filo della Vita , mostra d’arte personale, Poschiavo, Svizzera

17 – 30 Luglio 2023

Centro Parrocchiale

 

 

 

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IL MIO TERZO IO

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TECHARTE

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